Lavoro e valore vitale
Il valore dei mezzi vitali indispensabili alla sussistenza di un operaio forma soltanto il limite inferiore del valore della forza-lavoro, il suo minimo fisico puro di sopravvivenza. Il valore della forza-lavoro è influenzato, inoltre dai fattori culturali, storici, sociali, dal livello di vita tradizionale in un dato paese, dalle mode ecc. Il limite di sopravvivenza inferiore del valore della forza-lavoro ha tendenza ad abbassarsi (in seguito all’innovazione tecnologica e degli aumenti della produttività del lavoro e quindi alla diminuzione della quota di valore incorporato nei mezzi di sussistenza dell’operaio) , mentre il suo limite sociale, viceversa, aumenta al crescere del livello tecnologico, socio-culturale e complessivamente sociale della classe operaia, e ciò man mano che il lavoro diventa più complesso e che il suo grado di specializzazione e la sua qualifica cresce. Con la rivoluzione tecnico-scientifica il crescere dell’apporto intellettuale, delle conoscenze e delle capacità immateriali dei lavoratori diventa un bisogno sociale della cui necessità la classe prende gradualmente coscienza, mentre i capitalisti si sforzano in tutti i modi per ostacolarne il soddisfacimento.