MARX in pillole

Da Wikileft.
Versione del 4 giu 2008 alle 08:36 di Ezio (discussione | contributi) (<b>Plusvalore, Profitto, Capitale</b>)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

merci: valor d'uso e valor di scambio

I beni, materiali o immateriali, possono avere un valore di scambio e un valore d'uso. Ogni bene, nel momento che ha un valore di scambio, diventa una merce. La merce ha contemporaneamente un'esistenza naturale, in quanto mezzo di soddisfazione di un bisogno, e un'esistenza sociale, perché è scambiata sul mercato. Il valore d'uso è determinato dalle caratteristiche qualitative della merce, e si realizza nel consumo; il valore di scambio prescinde dalle caratteristiche qualitative e si rapporta ad altri valori di scambio in modo proporzionale. Ad esempio un vestito si può scambiare con un paio di stivali. Lo scambio presuppone dunque un'astrazione dalle caratteristiche fisiche della merce e dalla sua utilità. Il denaro (l'oro) è la merce universale in cui tutte le merci si rispecchiano.

Il valore di scambio di una merce è dato dal lavoro necessario per produrla

La caratteristica comune a tutte le merci, è quella di essere prodotto del lavoro. Il valore di scambio dipende dal lavoro sociale in esso oggettivato, che risulta anch'esso sdoppiato come la merce: il lavoro si presenta infatti come azione concreta, ma dal punto di vista del valore di scambio quel che conta è il lavoro astratto, ovvero il tempo di lavoro astrattamente e mediamente socialmente necessario a produrre la merce. In tal modo il lavoro astratto è spogliato d'ogni caratteristica qualitativa e s'identifica unicamente come tempo di lavoro. Il valore della merce è dato dalla quantità di lavoro medio socialmente necessario per produrla.

La valorizzazione del capitale

dal ciclo M-D-M al ciclo D-M-D

Prima dell'avvento del Capitalismo il processo di scambio avveniva secondo la formula M- D- M' (Merce-Denaro-Merce diversa), ossia la merce prodotta è venduta per ottenerne altra tramite il denaro. nel moderno sistema capitalistico la successione diventa D-M-D' (Denaro-Merce-Denaro incrementato), cioè si opera al fine di ottenere più denaro di quanto si possedesse in partenza (D<D'). nel primo caso M-D-M' c'è una differenza qualitativa tra i due estremi (M e M'), connessa dal comune valore di denaro, nel secondo caso la differenza è quantitativa.

La differenza D'-D costituisce il plusvalore.

Il plusvalore non si realizza aumentando il prezzo della merce, perché il singolo guadagno sarebbe annullato da perdite altrui, e ciò non giustificherebbe il generale aumento di capitale (accumulazione).

L'origine del plusvalore va quindi cercata nell'ambito della produzione (D - M...P...M'- D'), e più precisamente nell'acquisto della forza lavoro dell'operaio: essendo una merce, è anch'essa caratterizzata da un valore di scambio (pari al valore dei mezzi di sussistenza minimi necessari a riprodurla), e da uno d'uso;

Il lavoro/valore

Il valore d'uso del lavoro, nell'operaio, è diverso dal normale valore d'uso delle altre merci, poiché la forza lavoro, una volta consumata, è in grado di produrre una quantità di lavoro, e quindi di valore, superiore a quello normale, valore misurato in tempo di lavoro. Praticamente questo significa che, poste determinate condizioni, l'operaio può ridurre il tempo di produzione lavorando più velocemente, cioè se per esempio la giornata lavorativa è di dieci ore e l'operaio impiega sei ore a riprodurre il valore dei mezzi di sussistenza, il capitalista estrae un plusvalore pari a quattro ore di pluslavoro. È questa la radice dello sfruttamento insito nel capitalismo.

A differenza di tutte le altre merci, il valore della forza-lavoro è composto di due elementi, incorporando in sé il plusvalore.

lavoro e valore vitale

Plusvalore, Profitto, Capitale

Vengono definite alcune categorie del Capitale: Capitale Organico o Costante, Capitale Variabile, Salario, Profitto, Plusvalore ed i rapporti tra essi (saggi)

Il profitto deriva dall'estrazione di plusvalore, ossia dal capitale investito, che viene composto in due parti:

il capitale costante "c" rappresenta il capitale utilizzato per l'acquisto (e ammortamento) dei mezzi di produzione, il capitale variabile "v" è quello usato per assicurarsi la forza lavoro (salario).

Il rapporto di questi due elementi è definito da Marx "composizione organica del capitale" (c/v).

Più il capitale e le tecnologie sono avanzate più aumenta la composizione organica del capitale.

Il plusvalore "Pv" proviene dal capitale variabile "v", il saggio di plusvalore, detto di sfruttamento, sarà dato dal rapporto s= Pv/v, che rappresenta la misura dello sfruttamento della forza lavoro (quanto il capitalista guadagna rispetto a quanto investe in salario).

Il profitto non è remunerazione del capitale totale, bensì proviene dallo sfruttamento della sua parte variabile. Il saggio di profitto "p" sarà dato dal rapporto p= Pv/(c+v).

L'interesse primario del capitalismo è aumentare quest'ultimo saggio e questo può avvenire in due modi: aumento della giornata lavorativa (plusvalore assoluto), o diminuzione dei salari, che però non corrisponde alla realtà dinamica del capitale, poiché soluzione limitata e contrastata dalle lotte operaie (dipende dai rapporti di forza nella lotta di classe); una riduzione del tempo di lavoro necessario, ovverosia un aumento della produttività (plusvalore relativo).

Quest'aumento è raggiunto progressivamente con miglioramenti organizzativi, scientifici, tecnici, ecc. In particolare il capitale ha sottomesso la scienza e la tecnica ai suoi bisogni, così non è più la macchina che media il lavoro dell'uomo, ma è l'operaio che media il lavoro della macchine, il processo produttivo viene parcellizzatoe e la conoscenza atomizzata: la sua vita viene quindi spogliata della consapevolezza nella azione produttiva e quindi viene messo in condizioni di alienazione.

Una prima considerazione illustra il capitale come originato da lavoro appropriato, non pagato alla classe operaia, e l’appropriazione da parte dei capitalisti del lavoro non pagato degli operai è conforme alle leggi interne del capitalismo.

origini storiche dello sviluppo della borghesia

Presupposti per lo sviluppo dei processi capitalistici sono la separazione dei lavoratori dai mezzi di produzione e quindi la loro necessità di vendere la forza-lavoro, l'eguaglianza giuridica che permette la libera disponibilità di tale forza. Tutti questi presupposti si sono realizzati nel moderno stato liberale borghese, frutto prima della Rivoluzione Inglese poi della Rivoluzione Francese, e da allora il capitale ha iniziato a valorizzarsi penetrando sempre più all'interno della società. La proprietà privata dei mezzi di produzione si traduce in quest'ottica in un'incessante appropriazione privata della ricchezza sociale.

Anche questo aspetto fa parte del più ampio concetto di pervasività del capitale

La pervasività del capitale

la progressiva mercificazione di ogni bene, di ogni luogo, di ogni momento di vita delle donne e degli uomini è una logica e prevedibile evoluzione dello sviluppo del capitalismo. La globalizzazione che oggi sembra un fattore nuovo non è altro che la forma oggi più avanzata della pervasività del capitale, dell'abbattimento da parte del capitale degli impedimenti economici, sociali, legislativi che si oppongono alla forma di mercato libero

Le contraddizioni del capitalismo

Il Capitalismo, caratterizzato da tre fattori: Policentrismo (nelle decisioni), Competitività tendenza alla Accumulazione le tre caratteristiche comportano delle conseguenti contraddizioni insanabili, che portano all'instabilità.

La legge della caduta tendenziale del saggio medio di profitto.

Aumentare la produttività significa fare investimenti tecnologici sempre più massicci, il che porta ad una crescita del valore del capitale costante, ma poiché solo il capitale variabile produce profitto, il saggio tenderà a diminuire. Vi sono comunque alcuni fattori antagonisti alla legge che la tramutano in semplice tendenza, come ad esempio l'intensificazione dello sfruttamento e la diminuzione dei salari, il tutto reso possibile principalmente grazie all'esistenza di una massa di proletari disoccupati in concorrenza con gli occupati (l'esercito di riserva del proletariato), il che permette salari portati al livello minimo di sopravvivenza.

Sovrapproduzione di merci

Il capitalismo ha (o ha avuto) la straordinaria funzione storica di espandere enormemente le forze produttive e universalizzare i rapporti economici e sociali; tuttavia esiste in esso un contrasto tra la funzione sociale del capitale e il potere privato del capitalista sulle condizioni sociali della produzione, ovvero tra socialità del momento produttivo e privatezza del momento appropriativo.

La produzione capitalista, caratterizzata da policentrismo, competizione e tendenza all'accumulazione, porta naturalmente a:

- un continuo aumento della produttività e della produzione di merci, e quindi un continuo aumento della offerta di merci sul mercato;

- innovazioni tecnologiche che tendono a risparmiare lavoro;

- un aumento del saggio di profitto/sfruttamento e conseguente riduzione della base di consumo (salari più bassi e/o minor numero di salariati = minor consumo);

- un aumento dell'accumulazione da plusvalore;

la conseguenza è la sovrapproduzione di merci: ovvero l'offerta di merci è superiore alla domanda di consumo.

Le Crisi da sovrapproduzione

La competizione porta ad una concentrazione di capitali in sempre meno soggetti. Le innovazioni tecnologiche tendono a risparmiare salari (aumento produttività ovvero aumento merce prodotta per ora di lavoro).

L'aumento della produttività provoca due fenomeni divergenti: - la diminuzione, o la scarsa crescita, della base salariale (abbassamento o scarsa crescita del valore del salario medio e/o del numero di salariati) - la crescita dei livelli di produzione.

Ovvero da un lato esiste una tendenza che porta ad una diminuzione, o comunque scarsa crescita, della domanda, dall'altro lato esiste una tendenza ad un aumento crescente dell'offerta.

La divaricazione della crescita dell'offerta rispetto alla domanda porta necessariamente ad un disequilibrio e quindi ad una tendenza alla sovrapproduzione.

La Crisi da sovrapproduzione diventa inevitabile, la storia parla di continue crisi di sovrapproduzione superate in maniera più o meno "sanguinaria" ed è anche oggi sotto gli occhi di tutti: le crisi di sovrapproduzione si ripropongono continuamente e sempre più violentemente.

Le forme utilizzate dal capitale per superare le crisi di sovrapproduzione sono: aumento del mercato di consumo (mercificazione di sempre più ambiti); conquista di nuovi mercati in competizione con altri capitalismi; distruzione delle merci tramite le guerre.

Nota: La svalutazione periodica del capitale accumulato e/o l'interruzione del processo di accumulazione (cioè la crisi), costituiscono le maggiori forze antagonistiche nei confronti della caduta del saggio del profitto.


La Teoria del Valore e la controversia del problema della trasformazione Valore Prezzi

La questione è abbastanza complessa, e difficilmente spiegabile in maniera semplice e divulgativa. Di fatto è il passaggio dal Primo Libro del Capitale al Terzo

Tanto vale leggersela direttamente su wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_marxiana_del_valore

http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_della_trasformazione_dei_valori_in_prezzi_di_produzione

http://it.wikipedia.org/wiki/Interpretazioni_alternative_della_teoria_marxiana_del_valore

La Globalizzazione

  • ) nota voce da spostare in altra parte

In termini enciclopedici la Globalizzazione indica le nuove forme dell'organizzazione produttiva e finanziaria, soprattutto negli ultimi anni del XX secolo, sviluppata da USA, Unione Europea e Giappone al fine di creare un unico mercato e massimizzare i profitti.

Sotto l'aspetto economico, la globalizzazione comporta:

1) l'eliminazione delle barriere giuridiche, economiche e culturali che pongono limiti alla circolazione di persone o beni di qualsiasi tipo;

2) Allargamento su scala mondiale delle attività produttive commerciali e finanziarie.

3) Interdipendenza sempre più stretta tra operatori, realtà produttive e sistemi economici in località e paesi geograficamente distanti, nel senso che un evento che si verifica in un qualsiasi luogo del pianeta può avere ripercussioni quasi immediate a livello politico e soprattutto economico in altre località del pianeta.

4) Diminuzione dell'importanza della collocazione geografica della produzione, con tendenza a privilegiare i Paesi caratterizzati da un basso costo della manodopera e/o minori vincoli fiscali e burocratici in genere.

5) Diffusione di una cultura globale, che riflette sostanzialmente l'importanza delle singole nazioni che ne fanno parte.

6) Perdita di rilevanza dei singoli Stati nazionali.

Occorre notare che la globalizzazione, nel suo complesso, non è il risultato di precise scelte politiche o economiche, quanto piuttosto un processo poco controllabile che deriva dalla risultante di un gran numero di decisioni e di azioni che avvengono a livello locale.


Quindi si può affermare che lo sviluppo della competizione capitalistica, basata sull'assenza di una centralità decisionale, impone la conquista di mercati, la mercificazione di tutti gli ambiti della vita umana, la costituzione di aree sempre meno vincolate da "lacci e lacciuoli" per l'attività delle imprese.

Ovvero la Globalizzazione è la fase più avanzata del "mercato libero", causato dalla pervasività del Capitale.


Un esempio dimostrativo sul perchè la globalizzazione è necessaria al Capitalismo e sul perchè le contraddizioni non sono risolvibili nell'ambito della forma capitalistica esempio1


La sovrapproduzione è un dato incontrovertibile dell'assetto capitalistico di produzione.

In un successivo capitolo si parlerà dei tentativi e delle modalità di superamento delle crisi di sovrapproduzione, da parte dei capitalisti.

riferimenti per la stesura (... da rivedere ampiamente)

http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=190

http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/020724b.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Interpretazioni_alternative_della_teoria_marxiana_del_valore

http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_marxiana_del_valore

http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_della_trasformazione_dei_valori_in_prezzi_di_produzione

http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Marxismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Caduta_tendenziale_del_saggio_di_profitto

http://www.contraddizione.it/

http://worldsocialism.blog.excite.it/permalink/327379/

http://worldsocialism.blog.excite.it/permalink/327906

http://it.wikipedia.org/wiki/Marxismo

http://www.centroriformastato.it/crs/Testi/recensioni/cronache_marxiane/carandini

http://www.ibrp.org/italiano/prometeo/2005/06/01/quello-di-guido-carandini-e-proprio-un-altro-marx

http://www.ibrp.org/italiano/

http://www.fdca.it/ciclostile/classi_sociali.htm

http://www.fdca.it/

http://www.albertogianquinto.it/studi/economia/pdf/marx.pdf

http://www.contropiano.org/

http://www.pane-rose.it/files/index.php?c8:o70

http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Maggio08/05-05-08attualitaKeynes.htm

http://www.contropiano.org/Documenti/2007/Gennaio07/Quaderno_materiali.pdf

http://www.larivistadelmanifesto.it/archivio/18/18A20010613.html

http://www.mercatiesplosivi.com/althusser/INTRODU.html

http://isole.ecn.org/baz/copyriot/copyright/speculazioni.html

http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=485

http://www.pierodisiena.net/essere-comunisti/steri-ott07.htm


La società comunista secondo Marx

fase attuale competizione internazionale